In un’intervista rilascia a Fanpage, un’insegnate confessa le ragioni che l’hanno spinta a lasciare la scuola. L’insegnante parla delle famiglie e dice: “I genitori sono invadenti, vogliono vedere le verifiche e sottoporle ad altri insegnanti, gli studenti a scuola si annoiano, vorrebbero professori showman come ce ne sono tanti online. Questa scuola non fa più per me e con dolore la lascio”.
Rapporto con gli studenti
“Io non penso che gli studenti di adesso siano più ingrati o antipatici, semplicemente è evidente che questo tipo di scuola non mi ha più permesso di trasmettere ciò che un tempo sono riuscita a trasmettere, che va ben oltre alla materia scolastica che ho sempre insegnato, la capacità di dare agli studenti degli strumenti di interpretazione della vita“, ha precisato la docente.
Tuttavia “i docenti per certi studenti possono ancora essere un punto di riferimento, ma parliamo di una parte minoritaria di alunni. I professori sono persone che lavorano, per gli studenti, in un ambiente che, rispetto al mondo in cui loro pensano di stare meglio, li annoia“.
Le differenza con il passato
“Ovviamente non voglio dire che l’insegnante di un tempo – continua – temuto dagli studenti, fosse la figura di cui i ragazzi avessero bisogno, oggi è tutto capovolto però. Anche perché è ormai comune dire che proprio gli insegnanti creano disagio ai giovani, però è semplicistico scaricare il problema del disagio giovanile sulla scuola”.
E ancora: “Può sembrare una semplificazione ma i nuovi strumenti di comunicazione incidono molto sulla capacità degli studenti di stare attenti. Non è un luogo comune che ormai gli alunni abbiano una soglia d’attenzione di pochi minuti, perché non sono in grado di ascoltare un docente che fa loro lezione per una mezz’ora, a meno che questo professore non faccia battute, non li chiami continuamente in causa, facendo un po’ lo showman, perché certi modelli al di fuori della scuola sono più forti. Ma secondo me la scuola non dovrebbe assecondare tutto questo“.
Social e tecnologia
“Con ciò non voglio demonizzare la tecnologia, che nelle aule è importantissima, tantissimi libri di testo oggi hanno contenuti fruibili solo scannerizzando con il proprio telefonino un qr code. Il problema è l’atteggiamento mentale che questi strumenti hanno ormai radicalizzato negli studenti, come l’utilizzo di frasi fatte di pochissime parole o la predisposizione a fermarsi al primo risultato che da loro il motore di ricerca. Basterebbe davvero poco, educare i ragazzi al corretto utilizzo della tecnologia”