L’Ai sta rivoluzionando anche il mondo della sanità. In particolare potrebbe essere stravolto il modo in cui vengono esaminati i dati medici, con beneficio tanto per le diagnosi quanto per le indagini predittive. Con il conseguente rilevamento precoce delle malattie e l’avvio in anticipo delle cure specifiche.
L’intelligenza artificiale in sé è un costrutto che si erige sul deep learning e sul machine learning ed è proprio in virtù di queste due discipline che la ricerca avanza a passo spedito.
La Repubblica ha fatto un giro lungo l’Italia per visionare alcune delle applicazioni più sorprendenti. Partendo da Rozzano (in provincia di Milano) presso l’Istituto Humanitas, nel quale l’Unità diagnostica Radiologica usa immagini in 3D per la diagnosi del feto che consentono di seguire lo sviluppo del nascituro facilitando eventuali supporti medici o farmacologici. Allo stesso modo, le immagini 3D sono utilizzate nel campo oncologico, soprattutto per la ricerca e la medicina personalizzata da applicare ai tumori del tratto biliare.
Il Policlinico Gemelli di Roma, invece, usa tecniche di imaging avanzate affinché i radiologi possano essere più precisi nel formulare le diagnosi e, sempre grazie al supporto di algoritmi specifici, vengono identificati i migliori trattamenti valutando la risposta del paziente, muovendosi così nell’analisi predittiva. Qualcosa di simile avviene a Pesaro, presso l’azienda ospedaliera Ospedali riuniti Marche Nord, che effettua diagnosi con tecniche di AI che consentono una maggiore precisione.
L’imaging tridimensionale non è utile soltanto alla diagnosi ma, come accade al Gemelli, è parte integrante di software che guidano gli interventi chirurgici e consentono di posizionare dispositivi medici all’interno del corpo umano, aumentando la sicurezza degli interventi e le probabilità che i trattamenti siano più efficaci.
Tornando a Rozzano, sempre l’Humanitas porta le tecnologie 3D nelle sale di chirurgia ortopedica per riprodurre ossa o parti di ossa (per esempio, una rotula) personalizzate e perfettamente aderenti alle caratteristiche anatomiche dei pazienti. Oltre a ridurre eventuali complicazioni, questa tecnica migliora i tempi di recupero e di degenza dei pazienti.
Nelle sale operatorie dell’ospedale Casa Sollievo di San Giovanni Rotondo (Foggia) i robot sono impiegati per recidere, aspirare, irrigare e suturare. Il robot Vinci è un factotum che si presta a diversi interventi, tra i quali quelli di ginecologia, di chirurgia toracica e addominale, ma anche per gli interventi di chirurgia maxillo-facciale. In futuro potrà essere impiegato anche nella cardiochirurgia e negli interventi senologici.