Il Ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo ha recentemente illustrato lo stato attuale e le ambizioni future dell’innovazione tecnologica nella PA italiana in un intervista al Corriere della Sera. Con nuovi programmi di digitalizzazione e formazione per i dipendenti pubblici, l’obiettivo è rendere la PA più moderna, efficiente e vicina a cittadini e imprese, trasformandola in un ambiente che attragga giovani talenti e promuova il merito.
Indice
- Un processo di modernizzazione in crescita
- L’Italia e la digitalizzazione: i risultati europei
- Perché una Pubblica Amministrazione digitale è vantaggiosa?
- Le sfide per una PA tecnologica: la formazione e la questione generazionale
- La PA può essere attraente per i giovani?
- Intelligenza artificiale nella PA: una sfida per il futuro
- Ampio processo di trasformazione digitale
Un processo di modernizzazione in crescita
Il Ministro Zangrillo ha sottolineato che la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione è parte di un ampio progetto di rinnovamento che, oltre alle infrastrutture tecnologiche, riguarda anche il capitale umano. “La digitalizzazione non è solo una questione di strumenti tecnologici, ma un cambiamento culturale”, ha dichiarato il Ministro. “Stiamo lavorando per sviluppare competenze innovative nei nostri dipendenti e creare un ambiente inclusivo e meritocratico.”
L’Italia sta compiendo progressi significativi nella trasformazione digitale della PA: un processo che, secondo il Ministro, deve necessariamente mettere le persone al centro per poter generare un impatto positivo e duraturo.
L’Italia e la digitalizzazione: i risultati europei
La transizione digitale è considerata uno dei pilastri fondamentali per la competitività economica dell’Unione Europea. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) destina circa il 27% degli investimenti a tecnologie e digitalizzazione per favorire la crescita del sistema Paese. Di questi, ben 6,14 miliardi di euro sono dedicati alla trasformazione digitale della PA.
Secondo le ultime rilevazioni della Commissione Europea, l’Italia ha compiuto notevoli progressi in questo ambito. Il Paese è al secondo posto in Europa per numero di applicazioni di intelligenza artificiale nel settore pubblico e primo per progetti digitali già implementati. Inoltre, il punteggio DESI (Indice di digitalizzazione dell’economia e della società) ha registrato una crescita significativa, passando da 28,2 a 49,3 punti negli ultimi cinque anni.
Perché una Pubblica Amministrazione digitale è vantaggiosa?
Un’amministrazione più digitale offre diversi vantaggi, primo fra tutti la semplificazione dei processi. Con l’adozione di strumenti digitali avanzati, la PA riduce tempi di attesa e garantisce maggiore trasparenza, facilitando l’accesso ai servizi. Un esempio è il Fascicolo Informatico d’Impresa, che semplifica le pratiche amministrative per le imprese, trasformando la burocrazia da ostacolo a risorsa.
Anche nelle aree più remote del Paese, il progetto Polis mira a migliorare l’accessibilità, consentendo ai piccoli comuni di emettere documenti come il passaporto tramite gli uffici postali. “L’obiettivo è una PA più inclusiva e vicina a tutti i cittadini,” ha spiegato il Ministro.
Le sfide per una PA tecnologica: la formazione e la questione generazionale
Nonostante i progressi, alcune sfide restano aperte. La formazione del personale è una priorità, e per questo il Ministero ha triplicato il tempo minimo dedicato ogni anno all’aggiornamento professionale, portandolo a quasi tre giorni. La piattaforma Syllabus è stata arricchita con un nuovo corso sull’intelligenza artificiale per sensibilizzare i dipendenti pubblici sui vantaggi e i rischi delle tecnologie digitali.
L’età media dei dipendenti pubblici, attualmente di circa 49 anni, è un altro elemento rilevante. Tuttavia, grazie a una massiccia campagna di assunzioni, che ha visto oltre 13.000 bandi per un totale di 288.000 posizioni, l’età media è in calo. La piattaforma digitale inPA ha contribuito a rendere più rapide le procedure concorsuali, riducendo la durata media dei concorsi da oltre due anni a sei mesi.
La PA può essere attraente per i giovani?
Per attrarre i giovani, la PA deve proporsi non solo come luogo di stabilità lavorativa, ma come un ambiente dinamico e stimolante. Oggi, i giovani sono alla ricerca di opportunità di crescita e di ambienti meritocratici. A tal fine, sono stati introdotti nuovi strumenti come l’apprendistato e i contratti di formazione per giovani laureati e studenti.
Inoltre, programmi come Tirocini inPA e Dottorati inPA offrono ai giovani la possibilità di fare esperienza nella PA, favorendo la loro crescita professionale e contribuendo a costruire una carriera significativa nel settore pubblico. “Vogliamo che la PA diventi un trampolino di lancio per carriere stimolanti, in cui il merito venga riconosciuto e valorizzato,” ha sottolineato il Ministro Zangrillo.
Intelligenza artificiale nella PA: una sfida per il futuro
L’adozione dell’intelligenza artificiale (AI) è un obiettivo cruciale per una PA moderna. Secondo il Ministro, sono già attivi team dedicati allo studio delle applicazioni dell’AI per ottimizzare i servizi offerti ai cittadini. L’AI, utilizzata in modo etico e trasparente, può migliorare l’efficienza e la qualità dei processi senza sostituire il lavoro umano. In questo modo, l’intelligenza artificiale diventa uno strumento di supporto che affianca i dipendenti pubblici nelle loro attività, aumentandone le capacità.
Ampio processo di trasformazione digitale
La Pubblica Amministrazione italiana è impegnata in un ampio processo di trasformazione digitale che abbraccia sia nuove tecnologie che programmi formativi innovativi. Con investimenti strategici e politiche mirate, la PA si sta evolvendo verso un modello più inclusivo, rapido e trasparente, in grado di rispondere meglio alle esigenze di cittadini e imprese. La visione del Ministro Zangrillo è chiara: rendere la PA italiana una realtà moderna e meritocratica, pronta ad accogliere e valorizzare le competenze dei giovani e ad affrontare le sfide del futuro.