L’intelligenza artificiale non fa paura ai giovani. Anzi, la abbracciano con entusiasmo e un pizzico di sana prudenza. È quanto emerge dalla “GenZ e Millennial Survey” di Deloitte, che ha coinvolto oltre 22.000 giovani tra GenZ e Millennial in 44 Paesi, tra cui l’Italia.
I dati
Dall’indagine emerge un dato significativo: oltre il 70% dei giovani utilizza già l’IA e la considera un’opportunità per risparmiare tempo, migliorare l’equilibrio tra vita privata e lavorativa e concentrarsi su compiti più creativi e strategici.
In Italia, il 43% della GenZ e il 34% dei Millennial si dichiara soddisfatto della formazione ricevuta sul posto di lavoro riguardo alle potenzialità dell’IA. Tuttavia, emerge anche un paradosso: se da un lato il 37% dei giovani italiani ritiene che l’IA migliorerà il proprio lavoro nel prossimo futuro, dall’altro solo il 16% della GenZ e l’11% dei Millennial ne fa attualmente un uso frequente.
Mix di entusiasmo e incertezza
L’atteggiamento verso l’IA è quindi un mix di entusiasmo e incertezza. Se i benefici in termini di efficienza e work-life balance sono evidenti, non mancano timori legati alla possibile scomparsa di alcuni lavori (espressa dal 55% della GenZ e dal 52% dei Millennial) e alla necessità di riqualificarsi per rimanere competitivi in un mercato del lavoro in continua evoluzione.
Le sfide per la scuola
La richiesta che emerge con forza è quella di una maggiore formazione e di un confronto aperto sui rischi e le opportunità dell’IA. I giovani italiani dimostrano di essere consapevoli che l’intelligenza artificiale è destinata a trasformare il mondo del lavoro e la società nel suo complesso. Per questo, chiedono di essere accompagnati in questa trasformazione con gli strumenti e le conoscenze necessarie per affrontarla da protagonisti.