Nel panorama musicale odierno si sta sviluppando una nuova frontiera: l’intelligenza artificiale (AI) che compone musica. Tuttavia, questa innovazione tecnologica ha incontrato una forte resistenza da parte delle case discografiche, che accusano le aziende di AI di violare il copyright utilizzando materiale protetto per allenare i loro sistemi.
In discussione l’operato di Suno e Udio
Al centro della disputa ci sono due società: Suno e Udio. Le major discografiche, tra cui Sony Music, Universal Music Group e Warner Records, sostengono che queste aziende abbiano utilizzato illegalmente brani musicali esistenti per addestrare i loro algoritmi di AI, generando poi nuovi brani che in alcuni casi risultano troppo simili alle opere originali.
Questa violazione del copyright, secondo le case discografiche, potrebbe avere un impatto significativo sull’industria musicale, potenzialmente sostituendo il lavoro degli artisti umani e riducendo i loro compensi derivanti dai diritti d’autore. Per questo motivo, chiedono un risarcimento di 150mila dollari per ogni brano generato illegalmente e la cessazione immediata di questa pratica.
Erano insorti già 200 artisti
La battaglia legale non è nuova. Già ad aprile 200 artisti, tra cui nomi noti come Pearl Jam, Billie Eilish e Katy Perry, avevano firmato una lettera aperta per chiedere alle aziende di AI di non utilizzare le loro canzoni per l’addestramento dei loro sistemi. Precedenti simili si sono verificati anche nel mondo del giornalismo e della letteratura, dove testate e autori hanno denunciato l’utilizzo illegale dei loro contenuti per il training di AI come ChatGPT e Copilot.
Le aziende coinvolte, Suno e Udio, si difendono negando le accuse. Suno, in particolare, sottolinea che la sua tecnologia è progettata per generare nuovi brani e non per copiare quelli esistenti, e che non permette agli utenti di specificare un artista di riferimento per la creazione musicale.
Il diritto d’autore nell’era digitale
La vicenda solleva importanti questioni sui diritti d’autore nell’era digitale e sul ruolo dell’intelligenza artificiale nella creazione artistica. L’esito di queste cause legali potrebbe avere un impatto significativo sul futuro della musica generata dall’AI e su come viene tutelata la proprietà intellettuale nell’era digitale.
Rimangono diverse domande aperte:
- Come si evolverà la tecnologia di intelligenza artificiale applicata alla musica?
- Come si garantirà la tutela del diritto d’autore nell’era digitale?
- Quale sarà il ruolo delle case discografiche e degli artisti in questo nuovo panorama?
Solo il tempo darà le risposte a queste domande, ma la battaglia legale in corso tra le case discografiche e le aziende di AI rappresenta un punto di svolta cruciale per il futuro della musica e della creatività.