Meta vuole addestrare la propria Ai sfruttando i dati degli iscritti. Si profila una nuova battaglia legale

ia lavoro

Meta è pronta ad utilizzare dal prossimo 26 giugno i dati privati forniti dagli utenti sui loro profili, compresi quelli di Facebook e Instagram, per poter implementare la sua tecnologia di Ai. Il “legittimo interesse” alla base dell’ida di Zuckenberg di non chiedere il consenso ai propri utenti. Per non fornire il consenso, dunque per gli iscritti sarà necessario avviare una farraginosa procedura, tramite appositi link, per rifiutare le nuove condizioni della privacy che mr Fb ha elaborato.

Una situazione che presenta diversi profili di dubbia legittimità che sarà affrontata presto dai Garanti della Privacy di diversi Paesi europei, compresa l’Italia.

“Meta sta modificando l’informativa privacy per usare i vostri dati per il training della sua Ia, ma in Europa è possibile rifiutare il consenso (entro il 25 giugno)”: questa scritta accompagna da qualche giorno la funzione “tocca a te” delle storie Instagram.

Il legittimo interesse

La disciplina del legittimo interesse, cui fa riferimento Meta, è risalente nel tempo e, già solo per questo, non dovrebbe essere posta alla base di operazioni che operano con le nuove tecnologie per fini futuribili e dalle conseguenze ancora non immaginabili. Meta non è la prima azienda ad aver utilizzato il legittimo interesse per accrescere il proprio businesa. Anche altri colossi del tech, come OpenAi con ChatGpt ha sollevato per primo il problema dell’utilizzo dei dati pubblici per addestrare l’intelligenza artificiale.

Meta quindi riuscirebbe a tracciare i dati non solo dei propri utenti che hanno dato il consenso, più o meno informato, ma anche quelli di persone che hanno esercitato il diritto d’opposizione o addirittura che non sono iscritte alle sue piattaforme, nel caso queste ultime informazioni siano state pubblicate da terzi.

Il diritto di opposizione

Secondo gli addetti ai lavori, è sempre meglio che, per tutelarsi, gli utenti ricorrano al diritto d’opposizione, in questo modo si impedisce a Meta di utilizzare i dati raccolti per addestrare la sua tecnologia di Intelligenza artificiale. In ogni caso, se gli utenti non esercitano il diritto d’opposizione prima del 26 giugno, possono farlo anche dopo, ma Meta potrà utilizzare i dati raccolti fino a quel momento ma non potrà farlo con quelli raccolti in seguito all’esercizio del diritto d’opposizione.

La denuncia di Noyb

L’associazione Noyb ha presentato denuncia in 11 paesi europei tra cui l’Italia, affinché sia avviata una procedura d’urgenza per fermare immediatamente questo cambiamento, prima che entri in vigore il 26 giugno. Noyb fa riferimento anche al caso dell’utilizzo dei dati personali da parte di Meta per la pubblicità. Anche in quel caso la società aveva cercato di appellarsi al legittimo interesse. Ma tale uso è stato respinto dalla Corte di giustizia europea.

La procedura per opporsi

Dalla pagina del proprio profilo Instagram si deve selezionare il menu impostazioni in alto a destra, poi bisogna scorrere la pagina fino alla sezione “maggiori informazioni e assistenza” e cliccare sulla voce “informazioni”, da cui si arriva a “informativa sulla privacy”. Cliccando questa opzione, si viene reindirizzati su una pagina web di Meta, nel primo blocchetto informativo evidenziato in blu c’è “diritto di opposizione”. Se si seleziona questa opzione si verrà rimandati a un’altra pagina con un titoletto “Contesta l’uso delle tue informazioni per l’Ia di Meta”.  Alla fine della procedura, sull’email indicata arriverà un codice otp, da inserire nella pagina web che si caricherà dopo aver confermato la procedura.