- Crescita economica trainata dall’IA
- Cosa succede in Italia e in Europa
- IA e produttività del lavoro: una sfida aperta
- Pareri discordanti
- Disuguaglianze e automazione: un rischio da gestire
- Le Incertezze del futuro
- Il ruolo cruciale delle politiche pubbliche
Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale (IA) ha assunto un ruolo di primo piano nel panorama economico globale. Numerosi studi evidenziano il potenziale dell’IA nel favorire la crescita economica e migliorare la produttività del lavoro. Tuttavia, l’adozione di queste tecnologie porta con sé sfide importanti, come il rischio di aumentare le disuguaglianze. Ecco un’analisi delle principali ricerche sul tema e le prospettive di sviluppo economico.
Crescita economica trainata dall’IA
Le previsioni sull’impatto dell’IA sul PIL globale sono incoraggianti, ma variano in base agli studi e alle metodologie impiegate. Secondo l’ultima analisi di IDC, la spesa in soluzioni di intelligenza artificiale potrebbe contribuire alla crescita dell’economia globale per 4,9 trilioni di dollari entro il 2030, con una spinta di 1,2 trilioni già nel 2024. Questa crescita include sia la spesa diretta (ricavi delle aziende di IA, chip e hardware) che la spesa indiretta (come la costruzione di datacenter e l’energia per alimentarli).
Anche McKinsey e Goldman Sachs confermano una visione positiva. McKinsey stima che l’IA generativa, tra cui strumenti come ChatGPT, potrebbe aggiungere tra i 2,6 e i 4,4 trilioni di dollari all’economia globale ogni anno, con un impatto notevole in settori come tecnologia, media e telecomunicazioni. Goldman Sachs prevede un aumento del PIL globale del 7% grazie all’IA entro i prossimi dieci anni.
Cosa succede in Italia e in Europa
L’adozione dell’IA sta accelerando anche in Europa, con un tasso di crescita del 32% nel numero di imprese che utilizzano queste tecnologie. Un recente studio di Strand Partners, commissionato da Amazon Web Services, stima che l’IA potrebbe generare un valore aggiunto lordo di 600 miliardi di euro entro il 2030, portando il totale dell’impatto economico a 3,4 trilioni di euro.
In Italia, uno studio di The European House Ambrosetti in collaborazione con Microsoft Italia prevede che l’IA generativa possa aumentare il valore aggiunto dell’economia italiana fino a 312 miliardi di euro nei prossimi 15 anni, contribuendo a una crescita potenziale del PIL fino al 18,2%.
IA e produttività del lavoro: una sfida aperta
Un punto cruciale per il successo dell’IA è la sua capacità di aumentare la produttività del lavoro. Diversi studi dimostrano come la tecnologia possa migliorare le prestazioni dei lavoratori, soprattutto in attività ripetitive e nei settori dei servizi. Ad esempio, una ricerca condotta da economisti di Stanford e del MIT ha rilevato un aumento della produttività del 14% per i lavoratori dei call center assistiti da sistemi di IA, con miglioramenti fino al 35% per i meno esperti.
Pareri discordanti
Nonostante queste prospettive positive, ci sono pareri discordanti. L’economista Daron Acemoglu del MIT sostiene che l’impatto dell’IA sulla produttività sarà moderato, con una crescita stimata dello 0,1% all’anno. Secondo Acemoglu, l’integrazione di queste tecnologie richiede tempo e il loro effetto complessivo sulla produttività potrebbe essere inferiore alle aspettative.
Disuguaglianze e automazione: un rischio da gestire
L’adozione dell’IA può comportare una redistribuzione delle opportunità economiche, con possibili vincitori e vinti. La tecnologia ha il potenziale di automatizzare fino al 70% delle attività lavorative ripetitive, riducendo la domanda di manodopera in alcune aree ma migliorando l’efficienza in altre. L’IMF stima che quasi il 40% dei posti di lavoro a livello globale potrebbe essere esposto all’IA, con il rischio di un aumento delle diseguaglianze nelle economie avanzate, dove l’IA potrebbe impattare una quota maggiore di posti di lavoro.
Il rischio di polarizzazione del mercato del lavoro è un tema centrale anche per l’OCSE, che sottolinea la necessità di politiche mirate per gestire la transizione tecnologica e proteggere i lavoratori più vulnerabili. Senza adeguate politiche di supporto, l’IA potrebbe ampliare il divario tra chi riesce a sfruttare i benefici delle nuove tecnologie e chi ne viene penalizzato.
Le Incertezze del futuro
Le differenze nelle stime e nelle previsioni derivano dall’incertezza su come le tecnologie IA verranno effettivamente integrate nei processi aziendali e nella società. Molto dipende dalla capacità delle imprese di innovare, sviluppare le competenze necessarie e sfruttare al meglio le potenzialità dell’IA. Inoltre, l’evoluzione dei modelli di IA e le politiche macroeconomiche adottate dai governi giocheranno un ruolo chiave nel determinare l’impatto reale della tecnologia.
Nonostante l’ottimismo prevalente, alcuni esperti, come Jim Covello di Goldman Sachs, rimangono cauti. Covello ritiene che le tecnologie attuali di IA generativa, come i modelli linguistici, siano ancora soggette a errori e necessitino di tempo per diventare affidabili. Questo suggerisce che l’impatto positivo dell’IA sulla produttività potrebbe manifestarsi solo nel lungo termine.
Il ruolo cruciale delle politiche pubbliche
L’intelligenza artificiale offre prospettive promettenti per la crescita economica e la produttività, ma la sua adozione richiede un’attenta gestione dei rischi sociali ed economici. L’IA potrebbe rappresentare un volano per l’economia, ma solo se accompagnata da politiche che favoriscano l’innovazione, supportino la formazione continua e riducano le disuguaglianze.
Il futuro dell’IA e del suo impatto sull’economia rimane incerto, ma è chiaro che la tecnologia giocherà un ruolo centrale nel ridefinire i paradigmi produttivi globali. La sfida sarà sfruttare queste opportunità senza lasciare indietro nessuno.