L’intelligenza artificiale sta rapidamente cambiando il modo in cui la Pubblica Amministrazione opera, aprendo la strada a una rivoluzione silenziosa ma potente. Attraverso progetti innovativi in diverse regioni italiane, l’Ai si rivela uno strumento in grado di migliorare l’efficienza, ridurre i costi e rispondere a sfide complesse in ambiti cruciali come la mobilità sostenibile, l’efficienza energetica e la gestione delle emergenze.
L’Ai come motore di innovazione nelle Regioni italiane
La Conferenza delle Regioni ha recentemente approvato l’intesa per distribuire 20 milioni di euro dal Fondo per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione. Questo sostegno economico permette alle amministrazioni regionali e comunali di avviare studi di fattibilità e progetti pilota che sfruttano l’Ai per affrontare problemi critici e migliorare i servizi ai cittadini.
Tra i progetti già avviati:
- Toscana: Capofila di un piano per migliorare la gestione delle emergenze legate a eventi atmosferici estremi, coinvolgendo anche Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Sardegna.
- Liguria: Si concentra su IA applicata alla salute e al turismo, includendo robotica avanzata e realtà aumentata per la chirurgia assistita.
- Lombardia: Mira a promuovere mobilità sostenibile ed efficienza energetica con il supporto del Veneto.
- Puglia: Sviluppa strumenti per ottimizzare l’utilizzo dei fondi strutturali europei, migliorando l’efficacia delle politiche pubbliche.
Questi esempi dimostrano come l’IA possa trasformare non solo il modo in cui la PA opera, ma anche il suo impatto sui territori.
Come l’Ai Cambia la Pa: processi interni ed esterni
L’intelligenza artificiale introduce cambiamenti significativi su due livelli:
- Processi interni: Automatizzando compiti ripetitivi e migliorando la gestione dei dati, l’IA consente di snellire le procedure amministrative, aumentando l’efficienza e riducendo i tempi di risposta.
- Servizi esterni: Soluzioni basate sull’Ai permettono di offrire servizi più personalizzati e accessibili ai cittadini, migliorando aspetti cruciali come la sanità, i trasporti e la sostenibilità ambientale.
Secondo un report del Centro studi sull’innovazione nella Pa, per sfruttare appieno il potenziale dell’Ai, è fondamentale investire nelle competenze del personale e nella cultura del dato, evitando di ridurre l’Ai a un semplice strumento di automazione.
Le Regioni come laboratorio di sperimentazione
Le Regioni italiane si stanno rivelando un laboratorio ideale per sperimentare nuove applicazioni dell’Ai. Aggregando risorse e competenze, stanno costruendo reti di collaborazione che coinvolgono università, centri di ricerca e aziende. Questo approccio sistemico rappresenta un cambio di paradigma rispetto alla tradizionale frammentazione degli interventi pubblici.
Esempi virtuosi includono hub regionali per la sicurezza climatica, come il progetto “Return” in Toscana, che utilizza Ai per prevedere e gestire rischi ambientali. Ecosistemi tecnologici, come “Raise” in Liguria, sviluppano soluzioni robotiche e digitali per esigenze locali, mentre i centri nazionali di mobilità sostenibile, come “Most” in Lombardia, promuovono innovazioni nel trasporto green.
Le criticità da superare
Nonostante i progressi, l’introduzione dell’Ai nella Pa presenta ancora alcune criticità da superare. Molte amministrazioni non dispongono di una base tecnologica solida per implementare soluzioni di Ai in modo efficace, evidenziando una carenza di infrastrutture e cultura del dato. L’uso dell’Ai richiede inoltre un attento bilanciamento tra innovazione, etica e sicurezza, soprattutto in settori sensibili come la sanità e la gestione dei dati personali. Infine, non tutte le Regioni partono dallo stesso livello di competenze e risorse, rischiando di ampliare il divario digitale tra Nord e Sud.
Integrazione necessaria
L’integrazione dell’Ai nella Pa non è solo una questione tecnologica, ma un’opportunità per ripensare il ruolo delle istituzioni nel promuovere uno sviluppo sostenibile e inclusivo. Perché questo accada, è necessario orientare l’innovazione verso obiettivi chiari che generano valore per tutti: migliorare la qualità della vita, ridurre le disuguaglianze e proteggere l’ambiente.
L’Ai non è una bacchetta magica, ma uno strumento potente che, se ben utilizzato, può davvero trasformare le Regioni italiane in modelli di innovazione e sostenibilità.