Le proposte di modifica al ddl sull’Intelligenza Artificiale

Senato-della-repubblica

Il disegno di legge sull’intelligenza artificiale (ddl AI), una delle proposte di punta del governo Meloni, è al centro del dibattito parlamentare con oltre 400 emendamenti presentati. Obiettivo del ddl è regolamentare l’uso dell’intelligenza artificiale in Italia, disciplinandone applicazioni, sicurezza e governance. Le proposte di modifica spaziano dal trasferimento tecnologico ai fondi per startup, dalla protezione dei dati ai limiti per applicazioni militari. Ecco i punti principali in discussione.

Indice

Un fondo per il trasferimento tecnologico

Uno degli emendamenti più rilevanti riguarda la creazione di un fondo per il trasferimento tecnologico. Il Partito Democratico propone uno stanziamento di 200 milioni di euro all’anno per il triennio 2025-2027, destinato a università e centri di ricerca che sviluppano progetti legati all’AI. Parallelamente, è stato proposto un fondo “intelligenza naturale” da 400 milioni di euro annui per tutelare i lavoratori più a rischio a causa dell’automazione, offrendo corsi di formazione attraverso l’Anpal (Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro).

Il Movimento 5 Stelle propone invece un fondo di 10 milioni di euro per il 2025 destinato a piccole imprese con meno di 50 dipendenti, con l’obiettivo di sostenere l’adozione di tecnologie di AI per migliorare processi logistici. Inoltre, suggerisce un credito d’imposta del 10% sul valore della produzione per progetti legati alla transizione energetica, con un tetto massimo di 200.000 euro.

Sicurezza e controllo dei dati

La gestione dei dati è un tema centrale del ddl AI. La proposta del governo prevede che i data center siano situati in Italia o, al massimo, in territorio europeo. Fratelli d’Italia spinge per localizzare in Italia almeno i backup dei dati, mentre la Lega amplia il raggio d’azione includendo la NATO, con un’ottica di protezione contro influenze esterne come quelle di Russia e Cina.

Un altro punto critico è l’utilizzo dell’AI in ambito militare. Gli emendamenti propongono un divieto esplicito di sviluppare e utilizzare armi autonome letali (“robot killer”), consentendo l’AI solo per scopi difensivi e sotto la supervisione di un comitato etico che riferisca periodicamente al Parlamento.

Governance dell’Intelligenza Artificiale

Attualmente, il ddl assegna il controllo dell’AI ad AgID (Agenzia per l’Italia digitale) e ACN (Agenzia per la cybersicurezza nazionale). Tuttavia, alcune associazioni per i diritti digitali, come Privacy Network, propongono un’autorità indipendente per garantire maggiore imparzialità.

Il Partito Democratico ha suggerito la creazione di un’Autorità nazionale per l’intelligenza artificiale e le neurotecnologie, con sede a Genova e finanziata attraverso una fee sui fornitori di servizi internet che fatturano oltre 50 milioni di euro.

Applicazioni dell’AI: opportunità e limiti

Il Movimento 5 Stelle propone di estendere l’uso dell’AI per monitorare infrastrutture critiche, qualità dell’aria e consumi energetici. Tuttavia, molte di queste applicazioni devono rispettare i vincoli imposti dall’AI Act europeo, che vieta tecnologie come il riconoscimento facciale salvo per casi specifici di indagine.

In ambito lavorativo, il Pd insiste sul coinvolgimento delle organizzazioni sindacali prima di introdurre sistemi di AI nei luoghi di lavoro. Si propongono inoltre regole deontologiche per i professionisti che utilizzano AI, con trasparenza verso i clienti sull’impiego della tecnologia.

Uno degli aspetti più dibattuti è il tema del copyright. Alcuni emendamenti richiedono che l’addestramento dei modelli di AI avvenga solo con contenuti autorizzati dai titolari dei diritti. La Lega propone sanzioni fino all’1% del fatturato per chi viola questa norma. Inoltre, si discute sulla possibilità di vietare l’utilizzo dell’AI per generare testi in ambito pubblico, preservando l’intervento umano.

Bilanciare sviluppo tecnologico e diritti fondamentali

Il dibattito sul ddl AI evidenzia quanto sia delicato regolamentare una tecnologia così pervasiva. Tra le priorità emergono la tutela della privacy, il sostegno all’innovazione e la garanzia di un uso etico dell’AI. Gli emendamenti proposti rappresentano uno sforzo per bilanciare sviluppo tecnologico e diritti fondamentali, ponendo le basi per un’intelligenza artificiale al servizio del progresso, ma sotto un controllo attento e trasparente.

Il testo finale, ancora in discussione, avrà un impatto significativo sul futuro tecnologico e sociale dell’Italia.