L’antitrust Usa bacchetta i colossi dei social media: La raccolta dati per “nutrire” l’Ai minaccia gravemente la privacy degli utenti

La Federal Trade Commission (FTC), l’autorità antitrust degli Stati Uniti, ha recentemente pubblicato un rapporto di 129 pagine che punta il dito contro alcune delle principali piattaforme di social media, tra cui YouTube, Amazon e Facebook, per non aver protetto adeguatamente la privacy degli utenti e per non aver adottato misure efficaci a tutela di bambini e adolescenti. Il documento, frutto di uno studio iniziato quattro anni fa, mette in luce come queste aziende non abbiano dato costantemente priorità alla protezione dei dati personali e abbiano raccolto informazioni per sviluppare nuovi strumenti di intelligenza artificiale senza informare adeguatamente i consumatori.

Raccolta dati sui social e tutela della privacy

Rischi per la privacy e la sicurezza dei minori

Secondo il rapporto, molte delle società coinvolte raccolgono dati in modo massivo, anche su persone che non sono utenti registrati, spesso in modalità che i consumatori “potrebbero non aspettarsi”. Questo include informazioni dettagliate sui comportamenti online, le interazioni sociali e le preferenze personali, utilizzate non solo per personalizzare l’esperienza dell’utente ma anche per alimentare i propri algoritmi e modelli di intelligenza artificiale. Ciò rappresenta una minaccia significativa alla privacy, soprattutto perché molte delle protezioni adottate dalle aziende sono state implementate solo in risposta a normative globali, e non per una vera preoccupazione per la sicurezza degli utenti.

In particolare, il rapporto critica la gestione dei dati riguardanti bambini e adolescenti. Nonostante molte piattaforme affermino che i loro prodotti non siano destinati ai minori e che la loro politica aziendale non consenta la presenza di utenti di età inferiore ai 13 anni, la FTC ha riscontrato che queste dichiarazioni sono spesso poco credibili. “Molte aziende nascondono la testa sotto la sabbia quando si tratta di bambini,” scrivono i funzionari dell’agenzia, evidenziando come i minori siano effettivamente presenti su queste piattaforme e siano esposti a rischi senza adeguate tutele.

L’accusa della presidente FTC, Lina Khan

Lina Khan, presidente della FTC, ha dichiarato che il rapporto mette in luce come le pratiche dei giganti tecnologici possano “mettere a repentaglio la privacy delle persone, minacciare le loro libertà ed esporle a una serie di danni”. Ha inoltre sottolineato che i risultati sulla sicurezza dei bambini sono particolarmente preoccupanti, indicando che la raccolta dati e la sorveglianza commerciale sono diventate la norma nella Silicon Valley, spesso senza il consenso o la consapevolezza degli utenti.

Il conflitto tra modelli di business e privacy

Il rapporto evidenzia un conflitto intrinseco tra i modelli di business basati sulla raccolta dati e la protezione della privacy degli utenti. Le aziende tendono a sfruttare le informazioni raccolte per massimizzare i profitti attraverso la personalizzazione degli annunci e lo sviluppo di nuovi prodotti tecnologici. Tuttavia, i consumatori non hanno alcun controllo significativo su come vengono utilizzati i loro dati personali e non sono adeguatamente informati su quali informazioni vengano raccolte e per quali scopi.

La FTC ha chiesto maggiore trasparenza e responsabilità da parte delle aziende tecnologiche e ha raccomandato al Congresso di approvare una legislazione federale completa sulla privacy che copra tutti i consumatori, estendendo le attuali protezioni per i bambini anche agli adolescenti.

Le risposte delle aziende coinvolte

Google, tramite il suo portavoce José Castañeda, ha dichiarato di avere “le politiche sulla privacy più severe del nostro settore”, che includono restrizioni sull’uso di dati sensibili per gli annunci e misure per proteggere gli utenti di età inferiore ai 18 anni. Meta, proprietaria di Facebook e WhatsApp, non ha rilasciato commenti ufficiali sul rapporto, mentre le altre aziende coinvolte non hanno risposto alle richieste di chiarimenti del ‘Washington Post’.

Verso un nuovo quadro normativo

La relazione della FTC rappresenta un ulteriore passo verso la richiesta di regolamentazioni più severe per le piattaforme social e digitali. Il documento evidenzia come l’attuale frammentazione del mercato, con nuove aziende come TikTok che sfidano i colossi storici e piattaforme di nicchia come Telegram che attirano un pubblico specifico, renda ancora più complesso garantire una protezione efficace della privacy.

Il rapporto sottolinea che le misure volontarie messe in atto dalle piattaforme sono insufficienti e che il rischio per la privacy degli utenti rimane elevato, soprattutto con il continuo sviluppo di nuove tecnologie basate sull’intelligenza artificiale. Secondo la FTC, è necessario un intervento legislativo per stabilire norme chiare e univoche che proteggano i dati personali di tutti i cittadini, specialmente dei minori, garantendo trasparenza e responsabilità nell’uso delle informazioni raccolte.

In un’epoca in cui i dati sono il nuovo oro, il dibattito su come bilanciare innovazione e protezione della privacy è più che mai attuale, e il rapporto della FTC potrebbe rappresentare un punto di svolta per una regolamentazione più incisiva del settore tecnologico.