Il mondo del lavoro sta vivendo un cambiamento epocale con l’arrivo di strumenti di intelligenza artificiale. Questa trasformazione fornisce ai lavoratori nuovi potenti strumenti e incoraggia le aziende ad abbracciare questi cambiamenti per aumentare la produttività. Allo stesso tempo, però, questi strumenti devono rispettare vincoli etici e legali come la protezione dei dati personali e il rispetto del diritto d’autore.
Le nuove opportunità
Così come l’Ia sta plasmando il futuro del lavoro, molti professionisti italiani riconoscono il suo potenziale per trasformare le loro carriere, in particolare nei settori della comunicazione, della tecnologia e dei servizi finanziari. Tuttavia, c’è una notevole differenza di esperienza nell’uso dell’Ia tra i lavoratori italiani rispetto ai loro colleghi del resto del mondo: il 17% dei lavoratori nel nostro paese – contro il 23% degli europei e il 30% a livello mondiale – utilizza l’Ia quotidianamente nel proprio lavoro.
I dati di PageGroup
I dati provengono dall’indagine Global Talent Trends di PageGroup, azienda leader a livello internazionale nel settore della ricerca e selezione specializzata.
“Se non riusciamo a colmare questo divario – conclude Tomaso Mainini – rischiamo di perdere enormi opportunità di business e di sviluppo. Dobbiamo impegnarci, come aziende, a promuovere lo sviluppo e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, a dotare i lavoratori delle giuste competenze per padroneggiare questa tecnologia e a incoraggiare il diffondersi di un approccio al lavoro che abbracci l’innovazione e l’apprendimento continuo, elementi fondamentali per rimanere al passo con i tempi e per governare i cambiamenti e non subirli”.