- Un test innovativo per la scuola del futuro
- Un progetto pilota con alte aspettative
- Il ruolo di google e l’apporto dell’Invalsi
- Un passo verso il futuro
L’anno scolastico 2024/2025 rappresenta una svolta epocale per il sistema educativo italiano. In diverse scuole selezionate tra Lazio, Calabria, Toscana e Lombardia, parte un progetto pilota che prevede l’utilizzo di assistenti virtuali basati su intelligenza artificiale (AI) per migliorare l’apprendimento degli studenti e semplificare il lavoro degli insegnanti. Il programma, lanciato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) e supportato dalla tecnologia di Google, coinvolgerà 15 classi per un periodo di due anni. La sperimentazione sarà supervisionata dall’Invalsi, l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo.
Un test innovativo per la scuola del futuro
Il progetto prevede l’impiego di “Esercizi guidati“, un sistema sviluppato da Google che consente agli insegnanti di creare test personalizzati basati sul materiale scolastico. Questa tecnologia permette di monitorare in tempo reale le difficoltà degli studenti, suggerendo contenuti per il ripasso e fornendo ai docenti un cruscotto dettagliato sulle performance della classe. Attraverso questo strumento, l’intelligenza artificiale identifica le aree che richiedono maggiore attenzione e guida gli studenti nel processo di apprendimento, fornendo feedback immediati su errori e risultati.
Secondo Paolo Branchini, fisico e curatore del progetto per conto del Ministero dell’Istruzione, “lo strumento va controllato, non ne conosciamo ancora i limiti e le potenzialità”, ma rappresenta un passo significativo verso un nuovo modo di fare didattica. L’obiettivo non è sostituire gli insegnanti, ma supportarli nell’individuare le difficoltà degli studenti e aiutarli a intervenire in modo mirato.
Un progetto pilota con alte aspettative
Il test coinvolgerà classi delle scuole medie e superiori, selezionate per garantire una certa omogeneità nelle condizioni di partenza. L’esperimento, ispirato a un noto studio del 1984 condotto dall’educatore Benjamin S. Bloom, mira a valutare se l’introduzione di assistenti virtuali possa portare a un miglioramento dei risultati scolastici. Nello studio di Bloom, il supporto di tutor umani portò a un incremento significativo delle performance degli studenti; ora, il Ministero dell’Istruzione vuole verificare se un assistente virtuale possa ottenere risultati simili o addirittura superiori.
Il ruolo di google e l’apporto dell’Invalsi
Google ha messo a disposizione gratuitamente la sua tecnologia per questo progetto pilota, ma il Ministero intende esplorare altre collaborazioni. Sono in corso contatti preliminari con Amazon e Microsoft, aziende che hanno già fornito tecnologie didattiche alle scuole italiane durante il periodo del lockdown. Nel frattempo, il Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha annunciato uno stanziamento di 30 milioni di euro per lo sviluppo di ulteriori applicazioni AI, con particolare attenzione agli studenti con disabilità visive e uditive.
Un passo verso il futuro
Il progetto pilota rappresenta un’importante occasione per valutare le potenzialità dell’intelligenza artificiale nel contesto educativo italiano. L’anno scolastico 2024/2025 segnerà quindi un momento cruciale per comprendere se e come la tecnologia possa diventare uno strumento chiave per migliorare la qualità dell’istruzione e supportare gli insegnanti nel loro compito quotidiano.
I risultati del progetto saranno monitorati dall’Invalsi, che raccoglierà dati anonimizzati per tutta la durata della sperimentazione, permettendo una valutazione continua dell’efficacia degli assistenti virtuali nel contesto educativo. Anche se i risultati sono ancora lontani, le aspettative sono alte: il futuro della scuola potrebbe essere sempre più legato all’innovazione tecnologica, con l’intelligenza artificiale a fianco di studenti e insegnanti.