Italia e Intelligenza Artificiale: verso un’Authority nazionale indipendente?

In Italia si accende il dibattito sulla governance dell’intelligenza artificiale e delle neurotecnologie, con la proposta di istituire un’Autorità nazionale indipendente, dedicata alla supervisione e regolamentazione di queste nuove tecnologie. A lanciare l’iniziativa è stato il Gruppo PD, che punta a creare una nuova Authority con sede a Genova, dove già si sviluppano numerosi progetti avanzati in ambito tecnologico. La proposta si discosta significativamente dall’approccio attualmente preferito dal governo, il quale, attraverso il disegno di legge in discussione nelle Commissioni Ottava e Decima, propone invece di assegnare la supervisione dell’AI Act all’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn) e all’Agenzia per l’Italia digitale (Agid).

Il ruolo dell’Authority

L’obiettivo dell’Authority proposta è duplice: garantire che l’intelligenza artificiale sia sviluppata e utilizzata nel rispetto dei diritti umani e dei valori democratici, ma anche sostenere l’innovazione e la crescita del settore tecnologico nazionale. “Questo disegno di legge redatto con la collaborazione della Rete per i diritti umani digitali ha una doppia finalità: garantire che l’Ai e le nuove tecnologie siano utilizzate nel rispetto e nell’interesse delle persone e al contempo creare le condizioni affinché ci sia un ecosistema pubblico che non freni ma anzi favorisca la crescita e lo sviluppo di tecnologie innovative”, ha spiegato Lorenzo Basso, vicepresidente dell’Ottava Commissione e primo firmatario della proposta.

Il supporto di Diritti Umani Digitali

La proposta vede il supporto della Rete per i Diritti Umani Digitali, un network composto da diverse associazioni tra cui Privacy Network, The Good Lobby e Amnesty International, rappresentato da Laura Ferrari e Sara Marcucci. L’obiettivo della Rete è affiancare le istituzioni, contribuendo in modo propositivo alla sensibilizzazione sui rischi e sulle implicazioni inattese che l’intelligenza artificiale può comportare, soprattutto per quanto riguarda l’equità, la trasparenza e l’inclusività. “Abbiamo bisogno di un’Authority indipendente”, afferma Marcucci, “perché l’AI può replicare stereotipi e discriminazioni già presenti nella società e rafforzarli, ad esempio contro le donne o contro le minoranze. Il suo sviluppo deve avvenire seguendo i nostri valori e nel rispetto della democrazia”.

Anche il senatore Filippo Sensi, vicepresidente della Commissione diritti umani, e Antonio Nicita sottolineano l’importanza di un’Authority indipendente, capace di operare come ente di vigilanza svincolato dal governo, per garantire decisioni e azioni autonome e orientate alla tutela dei diritti umani. “Non si tratta di una proposta censoria o luddista”, spiega Sensi, “ma di un’iniziativa finalizzata a orientare le nuove tecnologie per l’espansione dei diritti umani”. Nicita, invece, sottolinea come questa Autorità dovrà occuparsi della relazione complessa tra persona e macchina, con un approccio strategico che vada oltre le sole esigenze del presente.

La normativa europea e Italiana

La proposta del Gruppo PD si inserisce nel quadro normativo europeo in evoluzione, con l’AI Act al centro dell’agenda dell’Unione Europea. L’AI Act rappresenta la prima iniziativa normativa completa che punta a regolamentare l’uso dell’intelligenza artificiale nei Paesi membri, imponendo standard rigorosi per tutelare i diritti fondamentali e limitare i rischi connessi alle tecnologie avanzate. A livello europeo, l’AI Act prevede anche la creazione di autorità nazionali designate per l’implementazione del regolamento, con il compito di supervisionare l’adozione di soluzioni IA nel rispetto dei diritti umani.

In Italia, il dibattito è aperto tra la proposta di un’Authority indipendente e la soluzione del governo, che invece propone di affidare la governance dell’IA all’Acn e all’Agid. Mentre l’AI Act mira a introdurre una base normativa comune per tutti i Paesi europei, l’Italia si trova a dover scegliere se seguire l’approccio governativo o optare per un modello indipendente, che garantisca un sistema di monitoraggio più autonomo e distante dalle influenze governative. Le prossime settimane saranno decisive per delineare il ruolo dell’Italia nell’ecosistema tecnologico europeo e per definire un quadro di governance che rispetti i diritti democratici e sostenga l’innovazione, senza compromettere la sicurezza e la trasparenza dell’intelligenza artificiale.Italia e Intelligenza Artificiale: Verso un’Authority Nazionale Indipendente?