L’intelligenza artificiale (IA) sta facendo il suo ingresso ufficiale nelle scuole italiane. Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha recentemente annunciato l’avvio di corsi di formazione dedicati ai docenti per l’utilizzo di questa tecnologia innovativa in ambito didattico. “La prossima settimana inaugurerò il primo corso di formazione per i docenti, che partirà in quattro regioni italiane e permetterà di integrare l’IA a supporto dell’insegnamento”, ha dichiarato il Ministro durante il convegno annuale dell’ANP (Associazione Nazionale Presidi), a cui ha partecipato da remoto.
Secondo Valditara, l’IA rappresenta uno strumento fondamentale per migliorare il processo di apprendimento e aiutare gli studenti a recuperare eventuali ritardi. “Le esperienze in altri Paesi, come la Corea del Sud, mostrano che l’uso dell’intelligenza artificiale ha un impatto significativo sul recupero dei ritardi scolastici”, ha sottolineato, evidenziando l’importanza di adottare questa tecnologia anche nelle scuole italiane.
Il progetto pilota: 15 scuole in quattro regioni italiane
A settembre, è stato lanciato un progetto pilota che coinvolge 15 scuole distribuite tra quattro regioni: Lombardia, Toscana, Lazio e Calabria. Questo programma sperimentale ha l’obiettivo di ridurre il divario di apprendimento tra gli studenti, concentrandosi soprattutto su coloro che presentano difficoltà scolastiche. Particolare attenzione è riservata agli studenti di origine straniera, spesso più esposti al rischio di rimanere indietro nei programmi scolastici.
Il progetto, della durata di due anni, prevede l’utilizzo di un software integrato in Google Workspace, focalizzato inizialmente sulle materie STEM (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica) e sulle lingue straniere. Il ruolo dell’IA sarà quello di agire come un assistente virtuale, in grado di identificare le difficoltà di apprendimento di ciascun studente. L’assistente digitale fornirà segnalazioni tanto al docente quanto allo studente, permettendo di intervenire in modo mirato per colmare le lacune.
Un nuovo approccio basato sugli studi di Bloom
Questo progetto si ispira a una ricerca del 1984 condotta dal pedagogista Benjamin S. Bloom, il quale dimostrò che un supporto educativo personalizzato e costante migliora significativamente i risultati scolastici degli studenti. Il software di intelligenza artificiale adottato in questo programma mira a replicare tale modello di insegnamento personalizzato, fornendo un’assistenza continua agli studenti in difficoltà e migliorando l’interazione tra insegnante e alunno.
Il potenziale dell’intelligenza artificiale in ambito educativo è vasto: se usata correttamente, potrebbe contribuire a rilanciare l’ascensore sociale e a contrastare il fenomeno della dispersione scolastica, un problema particolarmente sentito in Italia, soprattutto nella delicata fase della scelta della scuola superiore.
Un monitoraggio costante per valutare i risultati
La sperimentazione durerà due anni, durante i quali verranno raccolti dati relativi ai progressi degli studenti nelle classi “digitali” e nelle classi “tradizionali”. Al termine del biennio, l’Invalsi (Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e Formazione) si occuperà di analizzare i risultati e confrontare i livelli di apprendimento degli studenti coinvolti nel progetto con quelli che hanno seguito i metodi di insegnamento tradizionali.
Se i risultati saranno positivi, l’obiettivo del Ministero è estendere l’utilizzo dell’intelligenza artificiale a tutte le scuole italiane entro il 2026. Questo significherebbe una svolta importante nel sistema educativo italiano, con l’IA che diventerebbe un alleato essenziale nella lotta contro le disuguaglianze scolastiche.
Le potenzialità di questa tecnologia
Il progetto annunciato dal Ministro Valditara segna un passo significativo verso l’integrazione dell’intelligenza artificiale nel mondo dell’istruzione. Le potenzialità di questa tecnologia sono enormi: dall’ottimizzazione dei metodi di insegnamento, al supporto personalizzato per ogni studente, fino al miglioramento complessivo dei risultati scolastici. Se la sperimentazione nelle scuole pilota dovesse avere successo, l’IA potrebbe diventare un pilastro fondamentale per il futuro del sistema scolastico italiano, promuovendo una didattica più inclusiva e innovativa.