Ma se l’intelligenza artificiale ci ruberà il lavoro, chi ci pagherà gli stipendi? La risposta, secondo Elon Musk e altri esperti, è presto detta e si chiama reddito universale, una soluzione potenzialmente rivoluzionaria alle sfide socioeconomiche del XXI secolo.
Il Ceo di Tesla, recentemente finito nel ciclone per le dichiarazioni shock nei confronti della figlia transgender, non è l’unico a sostenere che il reddito universale sarà indispensabile con la diffusione dell’Ai.
La posizione di Yang
Anche l’imprenditore e politico newyorkese Andrew Yang, di orientamento democratico e opposto a quello di Elon Musk, ha portato questa idea al centro del dibattito pubblico. Yang, fondatore dell’organizzazione non-profit Venture for America, è un convinto sostenitore del reddito universale, detto anche Universale Basic Income (Ubi), soluzione che propone almeno dal 2018, quando nessuno parlava ancora di intelligenza artificiale. La soluzione, tuttavia, non è priva di critiche e criticità.
Un nuovo modello economico
Il reddito universale è un modello economico che prevede la distribuzione di una somma di denaro periodica e incondizionata a tutti i cittadini di un Paese, indipendentemente dalla loro posizione lavorativa ed economica. Si parla di 1.000 dollari al mese, ma per ora la cifra è del tutto indicativa. Secondo Yang, i benefici di questa forma di reddito base universale includono “persone più sane, persone meno stressate, persone meglio istruite, comunità più forti, più volontariato, più partecipazione civica. Non vi è burocrazia associata perché non è necessario verificare se le situazioni cambiano”.