Giorgia Meloni all’Onu: sull’Ai l’Italia farà la sua parte. La sfida dell’intelligenza artificiale e il ruolo della politica

Nel corso del suo intervento all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, la premier italiana Giorgia Meloni ha espresso una preoccupazione profonda riguardo al rapido sviluppo dell’intelligenza artificiale (IA) generativa, definendola una rivoluzione che solleva interrogativi inediti e complessi. In particolare, Meloni ha messo in dubbio l’uso del termine “intelligenza”, sottolineando che l’intelligenza autentica non si misura solo dalla capacità di processare dati e fornire risposte, ma anche dall’abilità di porre domande.

La premier ha tracciato un quadro in cui questa tecnologia, a differenza di molte altre innovazioni storiche, non si limita a potenziare le capacità umane, ma può arrivare a sostituirle, specialmente nel mondo del lavoro. Questo, secondo Meloni, rischia di portare a conseguenze drammatiche, in particolare concentrando la ricchezza nelle mani di pochi e acuendo le disuguaglianze sociali ed economiche.

Intelligenza artificiale: innovazione e disuguaglianza

Meloni ha evidenziato un aspetto centrale della discussione globale sull’IA: mentre questa tecnologia può fungere da moltiplicatore di potenziale, è necessario chiedersi quali potenziali vogliamo effettivamente moltiplicare. Da un lato, l’IA può essere utilizzata per scopi altamente benefici, come la cura di malattie oggi incurabili, contribuendo a migliorare la vita di milioni di persone. Dall’altro lato, un uso distorto di queste tecnologie potrebbe accentuare le disuguaglianze, minacciando il tessuto sociale e amplificando gli squilibri già esistenti tra ricchi e poveri.

Questa visione non è solo teorica: nel mercato del lavoro, per esempio, l’automazione avanzata e l’IA rischiano di rimpiazzare intere categorie professionali, spingendo verso l’alto i profitti delle grandi corporazioni tecnologiche e lasciando indietro una larga fetta della forza lavoro globale.

Il ruolo della politica: governare l’Ai con l’etica

Meloni ha sottolineato l’importanza di un intervento politico globale per gestire l’evoluzione dell’intelligenza artificiale, mettendo al centro dell’agenda internazionale una governance etica di questa tecnologia. L’Italia, ha spiegato la premier, ha scelto di fare della regolamentazione dell’IA uno dei temi principali della sua presidenza del G7, con l’obiettivo di promuovere un quadro normativo che possa bilanciare innovazione e diritti fondamentali.

Questa iniziativa è fondamentale non solo per evitare derive che potrebbero mettere a rischio i diritti dei lavoratori, ma anche per salvaguardare la libertà di espressione, la proprietà intellettuale e i valori democratici. Meloni ha sottolineato che la politica ha il dovere di garantire che il controllo umano rimanga centrale nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale, scongiurando uno scenario in cui l’autonomia delle macchine superi la capacità di supervisione e regolamentazione da parte dell’uomo.

Le elezioni Usa e la polemica Trump-Swift

Il discorso di Meloni si inserisce in un contesto globale in cui l’intelligenza artificiale sta rapidamente diventando un tema centrale nelle discussioni politiche, anche in vista delle elezioni americane del 2024. Negli Stati Uniti, l’IA sta influenzando vari ambiti, inclusa la politica e il dibattito culturale. Un esempio emblematico è la recente polemica che ha coinvolto l’ex presidente Donald Trump e la cantante Taylor Swift.

Trump ha criticato Swift per il suo attivismo politico e il suo coinvolgimento nelle elezioni di metà mandato del 2022, accusandola di esercitare una “influenza indebita” sulla gioventù e sul panorama politico americano. La battaglia tra Trump e Swift, che ha un seguito di milioni di giovani elettori, è solo uno dei tanti segni di come la tecnologia, compresa l’IA, possa essere usata per influenzare le opinioni pubbliche e il corso delle elezioni. Gli algoritmi di intelligenza artificiale alimentano piattaforme social che amplificano i messaggi politici, consentendo ai leader di modellare il discorso pubblico in modi nuovi e potenti.

Questa dinamica richiama alla necessità di una regolamentazione etica e di trasparenza nell’uso dell’IA, non solo per evitare la manipolazione dell’opinione pubblica, ma anche per garantire che il potere non sia concentrato in pochi soggetti che controllano i canali di comunicazione digitali.

Un futuro da governare con saggezza

L’intelligenza artificiale rappresenta una delle maggiori sfide del nostro tempo, sia per le sue immense potenzialità che per i rischi che comporta. Come ha evidenziato Giorgia Meloni nel suo discorso alle Nazioni Unite, la politica deve svolgere un ruolo cruciale nel definire il futuro dell’IA, garantendo che questa tecnologia venga utilizzata in modo etico, responsabile e a beneficio dell’intera umanità.

Il dibattito globale sull’IA non riguarda solo il progresso tecnologico, ma anche il futuro del lavoro, dei diritti umani e della democrazia. Come dimostra anche la scena politica americana, l’influenza delle nuove tecnologie richiede una vigilanza costante da parte delle istituzioni, affinché l’innovazione non comprometta i valori su cui si fondano le società moderne.