Diritto e Ai, il Cnf tuona: “Vietarne l’utilizzo per scrivere i provvedimenti”. Il dibattito è aperto

Giustizia digitale

Intelligenza artificiale e diritto. Inevitabile che se ne parli all’inaugurazione dell’anno giudiziario considerato i possibili impatti delle nuove tecnologie sul mondo del diritto.

“E’ una grande opportunità ma la macchina non sostituisca mente umana. Parliamo di diritti, non di merce”. Così il presidente del Consiglio nazionale forense, Francesco Greco, nel suo intervento di apertura dell’anno giudiziario.

“Noi avvocati, consapevoli che l’intelligenza artificiale costituisce una grande opportunità per il genere umano, chiediamo che nel campo della giustizia la macchina non sostituisca la mente umana. E perché ciò non accada chiediamo che sia vietato l’uso della macchina intelligente e degli algoritmi per scrivere i provvedimenti giudiziari. A pena di nullità del provvedimento”.

“Il provvedimento giudiziario, la decisione, la sentenza, l’ordinanza dovranno sempre essere il frutto della mente del Giudice, privo di ogni tipo di inquinamento esterno. La macchina intelligente non potrà predisporre neanche la bozza di provvedimento su cui il giudice del lavorare – sottolinea Greco – perché la bozza presuppone già una scelta sulla soluzione del caso concreto e, comunque, influenza il lettore, anche se qualificato. Parliamo di diritti, non di merce”.