- Digitalizzazione e Ai per una giustizia efficiente
- Il futuro della professione legale: internazionale e digitale
- Regolamentare l’Ai negli studi legali
- L’importanza della riforma per i giovani avvocati
- L’Ai come catalizzatore della riforma della giustizia
Durante il suo intervento in video al Congresso Nazionale dell’AIGA (Associazione Italiana Giovani Avvocati), il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha sottolineato il ruolo cruciale che la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale (Ai) possono giocare nel processo di riforma della giustizia italiana. Il ministro ha evidenziato come gli investimenti in nuove tecnologie e il potenziamento delle risorse umane nei tribunali stiano già agevolando un cambiamento richiesto dai cittadini, ponendo le basi per un sistema giudiziario più efficiente e moderno.
Digitalizzazione e Ai per una giustizia efficiente
Nordio ha affermato che migliaia di nuovi professionisti sono già in servizio per supportare le cancellerie italiane e accelerare il processo di riforma. Questi sforzi sono parte di un più ampio programma di modernizzazione della giustizia, che include la digitalizzazione dei procedimenti giudiziari e l’adozione di strumenti tecnologici avanzati. Tuttavia, il ministro ha voluto chiarire che, sebbene l’intelligenza artificiale possa dare un contributo significativo, non potrà mai sostituire l’intelligenza umana e la sensibilità necessarie alla professione giuridica.
L’Ai potrà assistere i giuristi, ma non sostituirsi al loro giudizio, poiché la complessità e la delicatezza delle questioni legali richiedono un approccio umano che va oltre la semplice elaborazione di dati. Nordio ha dunque invitato a un uso consapevole della tecnologia, evidenziando che l’Ai deve essere vista come uno strumento di supporto, non come una soluzione automatica.
Il futuro della professione legale: internazionale e digitale
Il tema dell’intelligenza artificiale è stato al centro anche degli interventi dei rappresentanti dell’AIGA. Il presidente nazionale, Carlo Foglieni, ha sottolineato l’importanza di guidare l’avvocatura verso il “terzo millennio”, formando giovani avvocati in grado di affrontare le nuove sfide professionali. Foglieni ha descritto un futuro in cui gli avvocati dovranno essere sempre più internazionali, qualificati, digitalizzati e specializzati, e in grado di sfruttare le potenzialità offerte dalle reti professionali per espandere il loro mercato, anche nel campo della consulenza e dell’assistenza stragiudiziale.
Regolamentare l’Ai negli studi legali
Foglieni ha anche evidenziato la necessità di regolamentare l’uso dell’intelligenza artificiale all’interno degli studi legali. In particolare, ha auspicato che la nuova legge professionale includa misure per sfruttare le potenzialità dell’IA, ma al contempo mitigarne i rischi, preservando l’autonomia e l’indipendenza degli avvocati. La regolamentazione dell’IA dovrebbe garantire che questa tecnologia sia utilizzata in modo etico, senza compromettere i valori di una professione che, storicamente, è sempre stata libera e indipendente.
L’importanza della riforma per i giovani avvocati
Francesco Zaccaria, presidente dell’AIGA Napoli, ha sottolineato l’importanza del congresso per la città, che non ospitava un evento simile da oltre un decennio. Zaccaria ha evidenziato due priorità per i giovani avvocati: trovare nuovi spazi di mercato e ottenere un sostegno per l’avvio della propria attività.
L’integrazione dell’intelligenza artificiale potrebbe facilitare entrambe queste esigenze, aprendo nuove opportunità professionali per i giovani avvocati e offrendo strumenti tecnologici che potrebbero semplificare il loro lavoro, rendendo più agevole la fase iniziale della carriera. L’Ai può infatti automatizzare compiti ripetitivi e permettere agli avvocati di concentrarsi su attività a maggior valore aggiunto, come la consulenza strategica e la difesa in giudizio.
L’Ai come catalizzatore della riforma della giustizia
Il congresso AIGA ha dimostrato quanto l’Ai possa essere centrale nella riforma del sistema giudiziario italiano. La digitalizzazione e l’automazione dei processi giuridici possono ridurre i tempi della giustizia, migliorare l’efficienza dei tribunali e liberare risorse umane per attività di maggiore complessità. Tuttavia, come ribadito dal ministro Nordio e dagli altri partecipanti, è fondamentale che il ruolo del giurista e la sua sensibilità restino centrali, in quanto il diritto è una disciplina che richiede non solo conoscenza tecnica, ma anche giudizio, etica e comprensione umana.