Ai e professioni intellettuali. Le misure al vaglio del governo per rendere trasparente l’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale

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Dopo l’intervento da parte del Parlamento europeo, i Paesi membri, compresa l’Italia, si apprestano a legiferare in materia di intelligenza artificiale. E in particolare si comincia ad affrontare il tema del possibile impatto dell’Ai sulle professioni, dai vari punti di vista.

L’idea che sarebbe al vaglio del governo è quella di sottoporre l’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale nelle professioni intellettuali a vincoli che lo consentano esclusivamente per esercitare attività strumentali e di supporto all’attività professionale richiesta.

Con l’obbligo per i professionisti di avvisare il soggetto destinatario della prestazione intellettuale, con linguaggio chiaro, semplice ed esaustivo, che utilizzano sistemi di Ai. Con delle conseguenze da modulare anche in ordine al compenso richiesto.

Il dibattito in Italia comincia dal settore della giustizia in cui i sistemi di intelligenza artificiale sono utilizzati per l’organizzazione e la semplificazione del lavoro giudiziario, per la ricerca giurisprudenziale e dottrinale anche finalizzata all’individuazione di orientamenti interpretativi, per la predisposizione di bozze di provvedimenti e per ogni altro impiego strumentale e di supporto all’attività giudiziaria.

Secondo le bozze dei documenti allo studio del governo, che sono stati diffusi da Avvocato 4.0, spetterebbe al Ministero della giustizia regolare l’impiego dei sistemi di intelligenza artificiale da parte degli uffici giudiziari. È sempre riservata al magistrato la decisione sulla interpretazione della legge, sulla valutazione dei fatti e delle prove e sulla adozione di ogni provvedimento.

Ovviamente la discussione sul tema sarà molto animata in quanto molte delle possibili previsioni normative suonerebbero come divieti a carico di alcune categorie professionali che potrebbero risultare penalizzate.

Nel ddl che il governo sta elaborando potrebbe prevedere inoltre una parte specifica al settore del lavoro e al diritto di autore, con la previsione della filigrana “AI” per la identificazione dei contenuti testuali, fotografici, audiovisivi e radiofonici prodotti da sistemi di intelligenza artificiale e la tutela del diritto d’autore delle opere generate con l’ausilio dell’intelligenza artificiale nel caso in cui il contributo umano nell’ideazione e realizzazione dell’opera tramite l’uso dell’algoritmo sia creativo, rilevante e dimostrabile.