Arriva il parere del Comitato europeo per la tutela della privacy, mentre Microsoft aumenta gli investimenti in data center. Le sfide del 2025

La tutela della privacy dei dati personali si conferma, inevitabilmente, uno dei temi centrali del 2025, in un contesto in cui l’intelligenza artificiale sta ridefinendo i confini dell’innovazione tecnologica e delle implicazioni legali. Dopo il recente provvedimento del Garante italiano che ha sanzionato OpenAi per il mancato rispetto della normativa sulla raccolta dei dati, il nuovo anno si apre con un nuovo e interessante tassello nel percorso dell’evoluzione normativa che necessariamente deve accompagnare il repentino progresso tecnologico al quale stiamo assistendo. In questo senso il parere del Comitato europeo per la protezione dei dati (EDPB) offre un importante orientamento normativo per affrontare le complesse questioni legate allo sviluppo dei modelli di intelligenza artificiale, provando a mettere in equilibrio il progresso tecnologico e il rispetto dei diritti fondamentali.

La priorità è l’anonimizzazione

L’EDPB chiarisce che un modello di IA può essere considerato anonimo solo quando diventa altamente improbabile identificare, direttamente o indirettamente, le persone i cui dati sono stati utilizzati per allenare il modello. Questo principio pone l’accento sull’importanza di adottare tecniche avanzate di anonimizzazione, che siano in grado di proteggere i dati personali anche di fronte a interrogazioni sofisticate. Ciò vuol dire che uno degli obiettivi prioritaria sarà quello di inviduare modelli che non conservino tracce di dati che possano essere re-identificati.

Inoltre, l’EDPB sottolinea la necessità di trasparenza nei processi di anonimizzazione. Le aziende tecnologiche sono chiamate a dimostrare con evidenze tecniche e documentazione che i dati personali sono stati resi completamente anonimi, minimizzando i rischi di identificazione futura.

Legittimo interesse, punto di equilibrio tra diritti e innovazione

Il parere analizza in profondità l’applicazione del legittimo interesse come base giuridica per il trattamento dei dati. Un test in tre fasi consente di valutare se tale interesse sia adeguato e proporzionato rispetto ai diritti degli individui. Esempi pratici, come l’uso dell’IA per migliorare la sicurezza informatica o per assistere gli utenti attraverso agenti conversazionali, dimostrano come l’interesse legittimo possa bilanciare innovazione e protezione dei diritti, ma solo quando il trattamento dei dati è strettamente necessario e rispettoso delle libertà individuali.

Il parere include anche indicazioni pratiche per garantire che l’uso dell’interesse legittimo non diventi un alibi per un trattamento eccessivo o non necessario. Gli sviluppatori di Ai devono integrare valutazioni d’impatto sulla protezione dei dati e adottare misure per mitigare i rischi potenziali.

I criteri per aiutare le Autorità per valutare il trattamento

L’EDPB fornisce anche criteri chiari per aiutare le autorità a valutare la ragionevolezza degli usi dei dati personali. Tra questi, il contesto della raccolta, la natura del servizio e il rapporto tra l’individuo e il responsabile del trattamento. La questione assume particolare rilievo se i dati personali sono stati trattati illecitamente: in tali casi, anche un modello basato su di essi rischia di perdere legittimità, a meno che non venga dimostrata una completa anonimizzazione.

Parallelamente, le grandi aziende tecnologiche, come Microsoft, stanno investendo miliardi di dollari in nuovi data center, sottolineando l’importanza strategica dei dati per alimentare i modelli di IA. Questi data center, oltre a supportare l’espansione del cloud, rappresentano infrastrutture chiave per lo sviluppo di applicazioni che richiedono una capacità computazionale senza precedenti. Tuttavia, la centralità dei dati impone anche una maggiore responsabilità per garantire che il loro utilizzo avvenga nel pieno rispetto delle normative sulla privacy.

Le implicazioni globali del trattamento dei dati. I modelli Usa e Ue

Mentre l’Europa si distingue per il rigore delle sue normative, altre nazioni stanno adottando approcci più flessibili. Gli Stati Uniti, ad esempio, puntano su modelli normativi più leggeri, volti a favorire l’innovazione, mentre la Cina sta accelerando nello sviluppo di infrastrutture tecnologiche e IA, spesso con una minore enfasi sulla protezione dei diritti individuali.

Questa disparità normativa crea una competizione globale, ma pone anche l’Europa in una posizione unica: quella di guidare l’innovazione etica. Il parere dell’EDPB rappresenta una chiamata all’azione per armonizzare le regole sulla privacy, non solo a livello europeo, ma anche in un contesto internazionale sempre più interconnesso.

Gli investimenti di Microsoft in data center

Il parere dell’EDPB rappresenta un punto di riferimento essenziale in un momento di rapida evoluzione tecnologica. La crescente pressione competitiva a livello globale, specialmente tra Europa, Stati Uniti e Cina, richiede un approccio equilibrato che protegga i diritti fondamentali senza frenare l’innovazione. In Europa, la Carta dei Diritti Fondamentali e il GDPR offrono un quadro robusto, ma è necessaria una continua riflessione per armonizzare la tutela della privacy con l’espansione dell’Ai.

Investimenti come quelli di Microsoft, che ha recentemente annunciato un piano da 80 miliardi di dollari per potenziare i data center, confermano come i dati siano il motore centrale dello sviluppo tecnologico. Tuttavia, tali investimenti devono essere accompagnati da un impegno altrettanto significativo per garantire la sicurezza e la conformità normativa, in modo da costruire un ecosistema digitale sostenibile e rispettoso dei diritti individuali.

Una nuova rotta?

Il 2025 segna una fase cruciale per il diritto e la tecnologia. Mentre le imprese sviluppano modelli di IA sempre più avanzati, i legislatori e le autorità di protezione dei dati devono garantire che i diritti dei cittadini rimangano una priorità. Il parere dell’EDPB non è solo un documento tecnico, ma un invito a costruire un ecosistema digitale etico e sostenibile, dove innovazione e diritti possano coesistere in equilibrio.

Guardando al futuro, sarà essenziale promuovere una cooperazione internazionale per creare standard condivisi che permettano di affrontare le sfide globali dell’IA, garantendo che la tutela della privacy rimanga al centro di ogni sviluppo tecnologico.