Indice
- Massima riservatezza grazie alla tecnologia
- Jammer e gabbia di Faraday: cosa sono e come funzionano
- Controlli, bonifiche e sorveglianza continua
- Pellicole opache e finestre oscurate contro occhi indiscreti
- Una cybersicurezza ispirata ai protocolli militari
- Un modello di riservatezza anche per altri settori
Con la scomparsa di Papa Francesco, il mondo cattolico si è raccolto in preghiera e riflessione, mentre il Vaticano si prepara a eleggere il nuovo Pontefice.
Massima riservatezza grazie alla tecnologia
In un’epoca in cui le tecnologie digitali rendono ogni informazione vulnerabile, il Conclave 2025 adotta misure straordinarie per garantire il massimo livello di riservatezza. A garantire il silenzio assoluto all’interno della Cappella Sistina non è solo il rigore del cerimoniale, ma anche un sofisticato apparato tecnologico pensato per contrastare qualsiasi tentativo di spionaggio digitale o fuga di notizie verso l’esterno.
Per mantenere segrete le deliberazioni dei cardinali elettori, il Vaticano ha messo in campo strumenti di cybersicurezza avanzata: tra questi spiccano i jammer di ultima generazione e l’isolamento elettromagnetico tramite gabbie di Faraday. Tecnologie solitamente usate in ambiti militari e governativi, ma che trovano qui una declinazione singolare, al servizio della spiritualità e della privacy ecclesiastica.
Jammer e gabbia di Faraday: cosa sono e come funzionano
Tra i principali strumenti utilizzati figura il jammer, un dispositivo capace di disturbare i segnali radio, impedendo comunicazioni via cellulare, Wi-Fi e Bluetooth. Questo strumento crea una sorta di “bolla di silenzio” tecnologico che rende inutilizzabili tutti i dispositivi elettronici nel suo raggio d’azione. Nel Conclave, ciò impedisce ai cardinali di inviare o ricevere messaggi all’esterno.
Accanto ai jammer, viene utilizzata una gabbia di Faraday: una struttura costruita con materiali conduttivi che blocca le onde elettromagnetiche. La Cappella Sistina, dove avvengono le votazioni, è stata resa un ambiente completamente schermato, al punto da impedire qualsiasi trasmissione di dati verso l’esterno. Anche eventuali microspie o sistemi di intercettazione non avrebbero alcun effetto in uno spazio simile.
Controlli, bonifiche e sorveglianza continua
Prima dell’inizio del Conclave, una squadra specializzata esegue bonifiche ambientali accurate per rilevare e rimuovere qualsiasi dispositivo di ascolto nascosto. Questi controlli vengono ripetuti a intervalli regolari durante tutto il periodo del Conclave. Inoltre, le guardie svizzere e il personale tecnico incaricato del Vaticano monitorano continuamente la situazione per verificare che il silenzio digitale sia mantenuto.
Ogni apparecchio elettronico è vietato all’interno della Cappella Sistina, compresi smartphone, tablet, smartwatch e qualsiasi altro dispositivo connesso. I cardinali vengono sottoposti a controlli prima dell’ingresso e non possono portare con sé nulla che possa trasmettere o ricevere dati.
Pellicole opache e finestre oscurate contro occhi indiscreti
Durante il Conclave 2025, anche i dettagli apparentemente più insignificanti vengono curati con la massima attenzione. Tutte le finestre della Cappella Sistina e degli ambienti circostanti vengono oscurate mediante pellicole opache speciali. Questa misura non è solo simbolica: nasce dalla concreta necessità di prevenire il rischio, tutt’altro che fantascientifico, che satelliti o droni dotati di intelligenza artificiale possano tentare di leggere il labiale dei cardinali.
Per questo motivo è assolutamente vietato affacciarsi o guardare all’esterno. Le restrizioni non si fermano alla Cappella Sistina: anche le stanze dove alloggiano i cardinali elettori sono sottoposte agli stessi rigidi protocolli di sicurezza. La sorveglianza è costante, 24 ore su 24, e l’intero perimetro del Conclave viene trasformato in una vera e propria “zona rossa”, tecnologicamente impenetrabile.
Una cybersicurezza ispirata ai protocolli militari
Le tecnologie impiegate nel Conclave 2025 sono simili a quelle usate in ambito militare o nelle missioni diplomatiche ad alto rischio. Il Vaticano, consapevole dell’interesse mediatico e politico che ruota attorno alla scelta del nuovo Pontefice, ha deciso di adottare una linea di sicurezza digitale molto rigida. Non si tratta solo di proteggere un evento spirituale, ma anche di evitare interferenze esterne e manipolazioni di tipo mediatico o informatico.
Il know-how in materia di sicurezza elettronica è stato probabilmente fornito da aziende specializzate in cybersecurity e intelligence, anche se il Vaticano non rivela i dettagli precisi delle operazioni. Alcuni esperti sostengono che ci siano stati anche test di resilienza digitale, per simulare eventuali tentativi di hacking o intrusioni tecnologiche.
Un modello di riservatezza anche per altri settori
Il sistema adottato per il Conclave rappresenta un esempio estremo, ma estremamente efficace, di gestione della riservatezza. Il silenzio elettronico garantito dalla combinazione di jammer, bonifiche ambientali e gabbie di Faraday potrebbe diventare un modello anche per altri ambiti sensibili come vertici internazionali, summit economici, trattative diplomatiche o riunioni aziendali strategiche.
In un’epoca in cui la fuga di informazioni può avvenire in pochi secondi attraverso una semplice connessione internet, il Vaticano ha mostrato come sia ancora possibile creare spazi completamente impermeabili alle tecnologie, quando la segretezza è davvero una priorità.