L’Ue scommette sull’Intelligenza artificiale. Presentato il piano da 20 miliardi di euro

L’Unione Europea ha messo in campo una mossa decisiva nella corsa mondiale all’intelligenza artificiale con un piano ambizioso che prevede un investimento di 20 miliardi di euro. L’obiettivo è trasformare l’Europa in una superpotenza tecnologica, recuperando il ritardo accumulato rispetto a Stati Uniti e Cina, attraverso la creazione di gigantesche “gigafabbriche” dotate di supercomputer all’avanguardia.

Supercomputer e gigafabbriche: una nuova era per l’Ai

La Commissione Europea, con la vicepresidente Henna Virkkunen in prima linea, ha presentato un piano per costruire strutture altamente avanzate che ospiteranno oltre 100.000 processori dedicati alla creazione di modelli di Ai rivoluzionari in settori strategici come sanità, robotica, biotecnologia e industria. Queste “gigafabbriche” promettono una capacità computazionale senza precedenti, capace di produrre applicazioni in grado di trasformare interi settori industriali.

Ridurre la dipendenza dalle tecnologie esterne: un piano per la sovranità digitale

Il piano dell’UE non si limita a costruire nuove infrastrutture, ma include anche una strategia per la produzione europea di chip per IA, riducendo così la dipendenza da tecnologie provenienti da Stati Uniti e Asia. Le gigafabbriche europee, con un costo compreso tra i 3 e i 5 miliardi di euro per ogni sito, dovrebbero rappresentare il cuore pulsante di una nuova era per l’innovazione tecnologica in Europa. L’UE intende stimolare sia gli investimenti pubblici che privati, mobilitando fondi attraverso strumenti finanziari della Banca Europea per gli Investimenti.

Una sfida ecologica: la necessità di energia rinnovabile

Il piano per le gigafabbriche, pur promettendo enormi avanzamenti nell’ambito della potenza computazionale, solleva anche preoccupazioni ambientali. Le nuove strutture richiederanno ingenti quantità di energia e acqua per il raffreddamento dei supercomputer. Di fronte a queste sfide, l’UE si impegna a rendere questi impianti alimentati “il più possibile” da fonti rinnovabili, sebbene gli ambientalisti come John Hyland di Greenpeace avvertano che l’incremento dei data center potrebbe minare gli obiettivi climatici europei.

L’Intelligenza artificiale come motore di innovazione

Secondo l’esecutivo europeo, la “corsa all’intelligenza artificiale” non è ancora terminata e l’Europa ha ancora le possibilità di recuperare terreno. Al momento, nessuna delle dieci maggiori aziende attive nell’AI per capitalizzazione è europea, tutte sono americane. Il piano mira a garantire che l’UE non solo regolamenti, ma anche sviluppi, l’intelligenza artificiale, facendo leva su “industrie forti” e “talenti eccezionali” che sono parte integrante della sua tradizione.

La riforma del regolamento AI: una nuova visione normativa

Sul fronte normativo, la Commissione Europea sta valutando una revisione dell’AI Act, la legge pionieristica sull’intelligenza artificiale, che entrerà in vigore nel 2027. L’idea di semplificare la normativa per ridurre la burocrazia ha suscitato critiche, in particolare da parte dell’Organizzazione Europea dei Consumatori, che teme che ciò possa indebolire le protezioni per i cittadini. Frederico Oliveira da Silva del BEUC ha sottolineato che l’UE dovrebbe invece rassicurare i cittadini su come l’IA sarà utilizzata e regolamentata.

L’Opinione dei professionisti: la sovranità digitale e il rischio di isolamento

Anche se il piano europeo è visto come un passo fondamentale per garantire la leadership globale nel campo dell’IA, alcune preoccupazioni sono emerse da parte di associazioni come la Business Software Alliance (BSA). Thomas Boué, direttore generale della BSA, ha espresso preoccupazione per la “forte enfasi” sulla sovranità digitale, temendo che un’interpretazione troppo restrittiva possa limitare l’accesso dell’Europa a soluzioni innovative provenienti da fuori del continente. Secondo Boué, un ecosistema digitale diversificato, che includa attori extra-UE, rafforzerebbe la competitività e promuoverebbe l’innovazione, garantendo al contempo accesso a soluzioni di intelligenza artificiale di alta qualità.

L’iniziativa da 20 miliardi di euro segna una pietra miliare nel piano dell’UE per accelerare lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, ma è solo l’inizio. La creazione di queste gigafabbriche e la produzione di chip all’avanguardia sono essenziali per ridurre il gap con gli Stati Uniti e la Cina. Tuttavia, la strada è ancora lunga e segnata da sfide ecologiche, normative e geopolitiche che l’Europa dovrà affrontare per restare competitiva nel futuro digitale globale.